Friday, August 23, 2024

>>>la palestra e la scacchiera. Fare l'arte e pensare l'arte (quando Sgarbi domanda perché)

>>>è un post-in-progress >>>testo e correzioni in via di stesura.

Punti da sviluppare:

- l'artista è anche un teorico?

- il fare creativo (la palestra) e la sfida teorica (la scacchiera)

- quando la critica gioca in palestra

- la scacchiera sul tavolo

- toccare / pensare

- Sgarbi domanda perché (l'unico a farlo)



Sunday, May 5, 2024

>>>INSTAGRAM

 >>> 2 saludos ai lettori di TRANQUI2

Da qualche giorno ho attivato il mio account INSTAGRAM che era dormiente. Russava. Penso che lo utilizzerò + o - come il blog... 

https://www.instagram.com/kos_scarpa_kos/

Sunday, December 3, 2023

Il Partito dei Pittori 1 e 2

>>>il Partito dei Pittori. Quando ci votano: quando acquistano una nostro dipinto. Quando vinciamo le elezioni: quando ci premiano con una mostra personale.

>>>il Partito dei Pittori. Quando ci votano: quando non acquistano una nostro dipinto. Quando vinciamo le elezioni: quando rimaniamo soli, in miseria e maledetti.

Qual'è l'autentico Partito dei Pittori?



Monday, November 27, 2023

FABULA ARCHITECTURE >>>updated >>>the hand scale (in Archinect)

 "Hand scale" in architecture.

https://archinect.com/forum/thread/100885/all/50

An architecture to be touched, to be felt as an individual tactile experience, exists! The perception of space "on a hand scale" is different from the perception given by the sense of sight: leaning on a wall, on a handrail, ringing doorbells, opening and closing doors and windows, painting a wall, driving in nails, etc....

A central element of Stencil Art is precisely its having chosen architecture and urban space as its basic support, while nevertheless maintaining a dimension proportional to the "hand dimension". In Fabula Architecture Stencil Art and Sticker Art expand, contaminating the design of architectural form, coagulating in crucial points that represent moments of density of the "hand scale".

The dimension of an active "manual making" that goes far beyond passive "visual enjoyment".

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>>>an additional possibility-developement of the Fabula method can be realized by dividing in two different areas the portion of external wall of the building.

1- the wall closer to the street level featured by stencil-art, perceivable by everyone by touch (so enjoyed by mean of the “hand scale”)

2- the portion of wall higher than the first one enjoyed from the street just visually (area distant from the street level: “eye scale”)

The stencil-art subset could stretch from the street level upward through "rails" that act like an "elevator", projection lines in height of a formal module. The rails, leading the subsets upward, meet other elements (windows, etc.) and interact with them...⁷

Wednesday, August 30, 2023

>>>Obsession for the disco freaks

 https://m.youtube.com/watch?v=yNv9FIU6un4

>>>OBSESSION FOR... Alexander Robotnik

>>>OBSESSION FOR THE DISCO FREAKS >>>OBSESSION FOR THE FREAKS 

Wednesday, July 19, 2023

>>>il maxi-coccodrillo in memoria di Pier Luigi Tazzi... l'ultimo convegno festival delle pompe funebri?

A Firenze, sabato 17 dicembre, presso l’Altana di Palazzo Strozzi a Firenze, si è svolto il tavolo di studio dedicato al curatore e critico d’arte Pier Luigi Tazzi (a un anno dalla sua morte). Sono intervenuti più di 40 operatori e personalità del circuito dell'arte contemporanea (internazionale,pare).

>>>dietro l'ennesima celebrazione di una figura del secondo Novecento si cela (variazione sul tema) un condensato delle attitudini cerimoniali della nomenclatura del settore, orfana di una stagione finita, chiusa, terminata, ma tenuta in vita da un accanimento critico-terapeutico che sembra andare a braccetto con i reparti di rianimazione, le terapie intensive e - ja! - le agenzie di pompe funebri. In questo genere di eventi divenuti assai frequenti, la più retriva nostalgia rétro viene ammantata di riferimenti con il presente, contribuendo a condannare all'ergastolo di un secondo Novecento senza fine qualsivoglia formulazione teorica davvero innovativa...

>>>i trucchi del coccodrillone. Sembrerebbe quasi impossibile sottoporre questa "compagine" di 40 nomi altisonanti a una critica. Osserviamola meglio. Partendo dal percorso di Tazzi, si parla di tutto: decolonizzazione dei musei, futuro della critica, crisi del curatore, dialogo con modelli culturali eterogenei, interdisciplinarità ecc... Cosa c'è d'inquietante in tutto ciò? Il dato che, con tale preambolo, ogni questione del presente viene implicitamente riagganciata a quelle premesse teoriche, le stesse di cui i divulgatori del secondo Novecento hanno fatto il loro mestiere; in sostanza, la manipolazione dei fatti e gli argomenti trattati avviene PRIMA, cioè nella selezione delle personalità invitate, scelte una a una con attenzione per omogeneità e habitus di pensiero (soprattutto quelle con cui Tazzi ha collaborato): l'apologia del pensiero unico. Chiariamolo: il convegno internazionale non è altro che una "conta" tra figure che, pur con diverse provenienze, ragionano allo stesso modo.

>>>la loro finalità: parlare del presente senza parlarne davvero. Omettere nuove formulazioni teoriche non in linea con il mestiere dei divulgatori di un passato che pare garantirgli una facile rendita di posizione...

>>>attenzione-attenzione, perché viene già annunciata una giornata di studio annuale, con chissà quanti altri spin off eventuali di personaggi comprimari... Il coccodrillone tornerà ancora...

>>>accompagnamento musicale >>>marcia funebre siciliana   https://m.youtube.com/watch?v=yDkiNsSCtak

 

Il coccodrillone è ancora tra noi! Ringrazia Ute Meta Bauer, Viktor Misiano, Hans Ulrich Obrist, Marco Senaldi, Giorgio Verzotti, Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Marina Abramovic, Denys Zacharopoulos, David Elliott, Cai Guo-Qiang, Rirkrit Tiravanija, Mami Kataoka, Fabio Cavallucci... il comitato promotore, Marco Bagnoli (Atelier Marco Bagnoli, Montelupo Fiorentino), Huiming Hu (Institution Lab A.P.S., Milano-Carrara), Stefano Collicelli Cagol (Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato), Vittoria Ciolini (Dryphoto, Prato), Arturo Galansino (Palazzo Strozzi, Firenze), Elena Pianea (Regione Toscana), Carlo Sisi (Accademia di Belle Arti di Firenze), Paolo Parisi (Base / Progetti per l’arte, Firenze), Gianni Zhang (Zhong Art International), Luciano Massari (Accademia di Belle Arti di Carrara)...


Monday, July 17, 2023

Emilio Mazzoli boccia Angela Vettese alla Fondazione Ago di Modena: "esempio di un sistema"

 https://www.gazzettadimodena.it/modena/cronaca/2023/07/16/news/cultura-il-gallerista-emilio-mazzoli-boccia-modena-stop-alle-nomine-politiche-1.100345729

>>>il celebre gallerista Emilio Mazzoli boccia il Cda della Fondazione Ago. 

>>>sembra che qualcuno abbia finalmente capito che accettare supinanente l'attuale situazione di degrado delle istituzioni d'arte contemporanea italiane, il loro scollamento dal contesto e dal territorio, è un gravissimo errore... auspico caldamente una giornata di protesta degli operatori e galleristi del settore.

>>>ma già a Modena si prefigurano le avvisaglie della consueta prassi targata "Vettese" che si mette in moto: leggete le lamentele sull'Italia dell'ultima intervista. Seguiranno, immancabili, le mostre di una monotonia e squallore scolastici, punteggiate qua e là da puerili eccessi sensazionalistici, i bracci di ferro con nemici immaginari (riservati a soggetti rei solamente di partecipare liberamente al dibattito culturale), gli insulti pubblici (come accaduto a Venezia) riservati agli artisti indipendenti e, per contro, le personali che premiano gli altri, gli appelli alla politica "strumentalizzateci", il favorire un clima culturale tesissimo in cui quegli artisti non perfettamente allineati ai suoi dogmi di non-gusto e ideologici sono progressivamente isolati ed esclusi da tutto (TUTTO significa TUTTO, quindi una censura tale da rasentare una sorta di boicottaggio professionale attentamente pianificato dal dietro le quinte, dai centri di potere e dai salotti) in quanto bollati come figure pericolose e retrograde, il celebrare il funerale del pluralismo come un fatto innovativo ecc, ecc, ecc...

Tuesday, July 4, 2023

Il bisturi dell'arte: Dorian Gray, Lucio Fontana e Il MARCHIO DI KRIMINAL

IL MARCHIO DI KRIMINAL: scena dello sfregio del dipinto a 15:05.

https://m.youtube.com/watch?v=ykvSg060Jpc


***
>>>Lo sfregio del dipinto, carboncino da still de IL MARCHIO DI KRIMINAL

Come ha accoltellato Dorian il suo ritratto? Tre tagli su tela.

Chi è stato accoltellato da Lucio Fontana? Dorian Gray.

Chi fu pugnalata da Dorian Gray? L'Anima del dipinto.

Fontana Gray. Gemelli coltelli.

Lo studio di Lucio? Sala opera-toria.

L'ultimo dipinto di Fontana? Gray.

Cosa trovarono nella casa? Nella camera c'era un ritratto di vecchio dalla tela strappata. In salotto, un giovanotto sorridente beveva il tè.

Il delitto della camera chiusa? Tre tagli su tela.

Il delitto dell'atelier chiuso: tre tagli su tela.

I TAGLI: opera-azione a quadro aperto.

Titoli di Lucio Fontana: I Tagli, I Quanta, Le Nature, I Metalli, La Fine Di Dio, La Fine di Dorian.

Perché Lucio non è morto come Dorian? Si è fatto anestetizzare.

Dorian Fontana, Lucio Gray.

Gray Fontana, Dorian Lucio.

Xké Lucio ha accoltellato la pittura? Per estarne il cuore.

Lucio Fontana? Giulia Lama.

La morte dell'arte? L'ha accoltellata Dorian.

Le fontane dell'arte? Lavinia e Lucio.

Lavinia & Lucio. Sorelle Fontana.

Tagli: perforazione dell'intelaiatura toracica.

La tela accoltellata? Sacrifici artistici.

Dorian Gray, concetto spaziale.

Lucio Fontana Gray.

Dorian Gray Fontana.

Perché Lucio taglia la pelle dell'arte? L'ha opera-ta.

Lucio ha accoltellato la pittura? Le Lucrezie prima di lui.

Lucio Lucrezia. Lucrezia Lucio.

La tela è la pelle dell'arte. 

Vuoi vedere il dipinto La pelle dell'arte? Cuci insieme tutti i quadri del mondo.

Fontana, chirurgo plastico.

In che punto taglia la tela Lucio? Sulla giugulare.

Daniele Scarpa Kos, Duel, 1986, lo sfregio del televisore.

La COMMEDIA DELL'ARTE CONTEMPORANEA anticipatrice de LA GRANDE BELLEZZA?


Enzo Masi Galliandi, lo scrittore collezionista di arte


"Intervista a Bi" sulla rivista cartacea Exibart

Nel film "La Grande Bellezza" di Paolo Sorrentino ho ritrovato numerose ambientazioni, personaggi, nomi, gag, dialoghi, musica simili - e talvolta identici - a quelli presenti nelle serie e mostre da me ideate che s'intitolano "Commedia dell'Arte Contemporanea" e "Robert Star a Venezia" realizzate tra il 2007 e il 2011.
Anche tra i personaggi della "Commedia dell'Arte Contemporanea" c'è lo stesso nome Jep, nel pezzo da me scritto in occasione dell'invito al Padiglione Veneto della Biennale 2011; il brano della Carrà remixato da Sinclar, motivo chiave del film (pag 15 della sceneggiatura pubblicata da Skira), fa parte della surreale lista enumerata dal mio Jep, lista in cui troviamo un Conte Contemporaneo e una Teodozja (il generale Teodosio a pag 174 della sceneggiatura?).
 
A seguire, in sintesi, elenco le concordanze più salienti tra la sceneggiatura in verde e il mio scritto. Più sotto le analizzerò nel dattaglio.
 
- La casa degli studenti dell'università che si baciano da dieci giorni. Sei fidanzate. / Casa studenti università dai baci che durano tutto il pomeriggio. Sei fidanzate.
- Jep / Jep.
- Carmelina di due della Basilicata / Carmela di Napoli.
- Gag Settecento. Settecento / Gag 50 euro. 50 euro.
- Carmelina bambina prodigio dipinge sui muri e mangia bignè / K.M.M. bambino prodigio mangia troppe merendine e disegna sui muri alla Biennale.
- Cardinale Belucci spiega ricette / Egle obbliga Robert a lezioni di cucina.
- Installazione con 20000 fotografie / Installazione con 5000 merendine.
- Contessa Colonna dalla malinconia congenita / Tristolina. Faccia truccata come una emoticon triste.
- Jep scrittore dandy veste completo beige, cita modi dire in francese e in dialetto, frequenta ambienti dell'arte contemporanea / Enzo Masi Galliandi scrittore dandy veste completo vaniglia, cita modi dire in francese e in dialetto, frequenta ambienti dell'arte contemporanea. Somiglianza con il mio disegno del personaggio.
- Intervista a Talia Concept / Intervista a Nick Boomato (dialoghi quasi speculari).
- Orietta non sa se ridere o essere delusa. Finisce per ridere delusa / Kappa-Gnacca è triste o felice? Non si capisce. Mesta allegria? Felice disillusione?
- Deejay dei party. Feste danzanti / Italo-disco 70 al Palazzone. DJ.
- Funerale passerella di moda / Rito funebre per Elio Vedovo e discussione mise da indossare.
- Piangere è immorale / Lacrime spettacolo osceno.
- Anni Settanta, vocazione civile. Lettere occupata / Anni Settanta, lotta di popolo, assemblee.
- Il nome Nonfalacacca / Il nome Cacamia.
- Bla. Bla. Bla. / Un bla-bla-bla senza capo né coda.
- Centometrista col fiato corto / Bernoccolo del centometrista.
- Poesia "Su con la vita, giù con la reminescenza" / Poesia "Baffuta su, baffuta giù".
- Personaggi e party surreali sullo sfondo di una città d'arte (Roma) /  Personaggi e party surreali sullo sfondo di una città d'arte (Venezia).
- Brano Carrà Sinclair / Brano Carrà Sinclair.

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Passaggi simili tra la sceneggiatura e “Robert star a Venezia”

Il Romano de "La Grande Bellezza" (interpretato da Carlo Verdone) abita in un "malandato appartamento" di studenti dell'università dai baci lunghissimi, senza fine.
Romano dice che "Si sono conosciuti dieci giorni fa, all'Università. Sono dieci giorni che si baciano senza mai fermarsi" (pag 74).
Nella stessa scena del film Romano domanda a Jep: "Hai mai contato tutte le donne con cui sei stato?". Jep: "A te so' sei Roma'. Te le ho presentate tutte io".
Episodio assai simile a quello dell'appartamento delle sei studentesse dell'università in "Robert Star a Venezia":
"Entra in un appartamento di studentesse dell'università, sei ragazze abbandonate dal loro coinquilino che era il fidanzato di tutte. Robert viene preso immediatamente di mira dal gruppo (in crisi di astinenza di baci), tenta di andarsene ma le studentesse lo rapiscono baciandolo a turno tutto il pomeriggio".

In "Robert Star" il bambino artista di "sette anni" K.M.M. che ha "mangiato troppe merendine" espone alla Biennale di Venezia "intento a disegnare sui muri delle grandi merendine colorate" e regala a Robert uno "scatolone di caramelle".
Nella "La Grande Bellezza" la "bambina pittrice" (pag 122) "che stava mangiando i bignè" artista prodigio Carmelina "dipinge con le mani su un muro bianco del salone lungo sei metri", "impiastriccia i colori sul muro", "scaraventa un barattolo di pittura contro un muro" dinnanzi ai "più importanti galleristi d'Europa". "Qualche esperto sussurra che è molto meglio di Pollock".
Carmelina, figlia di "due della Basilicata" (pag 119), dice "... anche io sono una bambina" (pag 120).
Inoltre anche il comunicato stampa della mia mostra "Robert Star" contiene una Carmela "regista teatrale di Napoli". Mette in scena il suo spettacolo musicale come il Romano interpretato da Carlo Verdone che recita accompagnato da un "chitarrista classico" (pag 142).

Nelle feste del film troviamo "quattro paparazzi" (pag 18), il poeta Paf, il cardinale-chef Bellucci caratterizzato dalla ripetizione di ricercate ricette (pag 170, 196, 202), Romano "timido e impacciato" (pag 16) e "tripudi trasversali di tatuaggi" (pag 13). Nella festa del collezionista sono "tutti molto eleganti, con diverse, diffuse punte di stravaganza, come si confà all'ambiente di coloro che si occupano d'arte contemporanea" (pag 111). Dadina dirige il giornale in cui scrive Jep.

In "Robert Star" il protagonista viene invitato a un "party affollato di eccentrici e creativi" tra cui Cicci-Impacci "tormentato da amletici dubbi sulle correnti artstiche contemporanee" e "Paparazza, fotografa di performance" - "Paparazza documenta la scena scattando una foto"; nella stessa storia compaiono Ute, poetessa tedesca "appassionata di tatuaggi" con "tutto il corpo tatuato", ed Egle, la vedova ottima cuoca e Robert è da lei "obbligato a seguire lezioni di cucina, inframezzate da nostalgici racconti".  Il personaggio di Paparazza ricompare in altri miei scritti successivi quale amica di Gossy, fondatrice di una rivista d'arte.

Anche nel mio testo vi sono analoghe incongrue inserzioni di vocalità operistica (Bocelli) e alcuni indiani cantano la canzone napoletana.
Il giovane sovrappeso K.M.M. si sposta su un barcone apposito; la ricca signora di duecento chili presente nella sceneggiatura arriva alla festa in elicottero (pag 165).

"Robert Star" ha sullo sfondo un'altra città d'arte, Venezia, luogo diviso tra gli splendori monumentali "seguendo il Canal Grande", tradizioni secolari "Robert sale in gondola", "Toto il gondoliere" e il commercio del banale tipo "negozio strapieno di fragilissimi souvenir" e bed & breakfast trasformati in "Bridge & Breakfast". La poetessa tedesca Ute ha conquistato "turisti e turiste”.
Dal film:
Jep: "I migliori abitanti di Roma sono i turisti" (pag 50), “Un gruppo di turisti giapponesi” (pag 11), "in uno di quei gazebo per turisti ricchi" (pag 81).
“La città più bella del mondo” (pag 11), "Il famoso spioncino ... attraverso il quale s'incastona alla perfezione, la vista della cupola di San Pietro" (pag 126), "Palazzo Barberini" (pag 127), "Chiostro del Bramante" (pag 68), "Villa Medici" (pag 128).

In un simmetrico gioco di contrasti, a Venezia "persino gli squatter (...) si adattano a vivere in albergo", tanto che Robert lo scambia erroneamante per una casa occupata, mentre nel film Suor Maria pernotta all'hotel Hassler a Trinità dei Monti, ma "lo trova scomodo" e "dorme sempre a terra, in un giaciglio di cartone" (pag 197).

L'artista americano Kory Mario Mix espone alla Biennale un'installazione di 5000 merendine e regala caramelle.
Nella sceneggiatura (pag 161) l'artista americano Ron Sweet (sweet in italiano si traduce caramella) espone al MAXXI un'installazione con 20000 fotografie.

Personaggi

La contessa Colonna (pag 196) dalla "faccia affranta, al limite dello sconforto", "malinconia congenita, assoluta, che attraversa il volto della contessa Colonna", "Lei, sempre triste" e "ancor più triste prende a guardare fuori dal finestrino" o "annuisce mesta", "Lei sfoggia un sorriso triste", "La contessa non può fare a meno di guardare con nostalgia quello stemma. Il conte se ne accorge e cerca di distrarla".
La mia Tristolina in "Chi ha paura del Barista & Artista?" dalla "faccia truccata come una emoticon triste" esclama "Oooooops! Mi ero intristita un attimo" oppure "Troppe chiacchiere oggi. Mi hanno intristita", "Ah sì, mi ero distratta. Mi sono lasciata prendere dalla tristezza, scusate".

Lo scrittore Galliandi (del mio sketch "Conferenza"), il cui ritratto-illustrazione è molto somigliante a Gambardella, colleziona arte contemporanea, fa citazioni snob o grottesche "Extraordinaire, divebbevo a Pavigi", dialettali "El soito sguavatacaneabvi, divebbevo a Sacca Fisola", veste un "completo vaniglia". Un dandy.
Jep Gambardella veste un "completo beige" (pag 97) o "completo estivo di lino bianco", frequenta il mondo dell'arte contemporanea, motteggia "Andrea, come diceva Nando Martellini: uno a zero per voi" (pag 105), parla francese "l'appuntamento mondano par exellence" (pag 130) e in dialetto napoletano "Ma cumm' si' strunz!" (pag 167).

La situazione dell'intervista surreale all'artista dalla bizzarra poetica Talia Concept c'è anche in "Intervista a Nick Boomato" (Commedia dell'Arte Contemporanea) dove il giornalista della rivista MousseCream chiede al pittore Boomato sulla sua idea di "accumuli" del "Boom-beng conseguenza del big bang che ha dato origine al cosmo; gli scienziati riescono ad ascoltarne l'eco in FM nelle radio private, tra una canzone e l'altra", che nel film sono "vibrazioni" e "radar per intercettare il mondo", con alcuni passaggi speculari nella sceneggiatura:

- Nick "seduto in posa michelangiolesca su un alto sgabello", Jep Gambardella "su uno scomodo sgabellino, penna e taccuino in mano" (pag 37)
- Nick "Stop! Fasa partenza! Ma che domanda è?", Talia "Senta, siamo partiti male" (pag 39)
- Nick "Non hai capito niente!", Talia "Non ho bisogno di spiegare un cazzo"
- MC "ho letto la sua teoria sugli accumuli platonici... ce la può spiegare "meglio"?", Jep Gambardella "... cosa intende per vibrazioni?" e "Santo cielo, signora, cos'è una vibrazione?"
- Nick "... ascoltarne l'eco in FM nelle radio private", Talia "perché non si calma e si sintonizza sulla mia frequenza poetica?" (pag 38).
- MC "la mia ragazza è all'estero da tre settimane e quindi...", Talia "Perché non la lascia parlare del suo fidanzato col quale fa l'amore undici volte al giorno" (pag 39)
- Talia "Talia Concept ci tiene all'intervista", Nick "Ora che siamo in posizione possiamo iniziare l'intervista!"

- Nick "Mangiati la tua MousseCream riscaldata".
Nella scena successiva del film Dadina legge l'intervista e offre a Jep Gambardella del riso riscaldato sottolineando che "Il riso scaldato è sempre meglio di quando lo hai appena cucinato" (pag 142). "Dadina sta scaldando del riso al sugo" (pag 142). Più tardi (pag 183 - 184 - 185) Jep e Dadina consumano un "minestrone riscaldato". Dadina: "appena finisci il minestrone ho una notizia da darti".
Il mio pezzo presenta il medesimo mix d'italiano e romanesco del film - NicK "Oj! Porteme er caffè!"

La ricca Orietta "Non sa se ridere o essere delusa. Finisce per ridere delusa" (pag 58).
La mia Kappa-gnacca "è triste o felice? Guardandola in faccia non si capisce. Mesta allegria? Felice disillusione?".

Per Dadina "Il vecchio è meglio del nuovo"; per Deja vu "Niente di nuovo, tutto vecchio - ma sicuro!"
Esso fa parte - con Enzo Masi Galliandi, Jep, Tristolina e molti altri - della fauna che frequenta gallerie, party, cene e vernissage, quella che ho definito la Boh!-Hemm, la nuova Bohème di oggi.
La medesima ambientazione, che in "Robert Star" ha sullo sfondo un'altra città d'arte, Venezia.


Dalla "Grande Bellezza": "Il deejay appronta l'inferno" (pag 15), "Il deejay cambia pezzo", "Un'altra, ossessiva musichetta e questa volta è Jep, ridanciano, che conduce il trenino infinito" (pag 156), "Gli ospiti ballano divertendosi in modo esagerato", "un deejay di Milano" (pag 13).
Il collezionista Lillo De Gregorio organizza performance artistiche alla sua festa danzante che viene dettagliatamente descritta ritraendo con pennellate caricaturali vari personaggi (pag 111, pag 118). Il party-compleanno di Jep occupa una lunga scena del film (pag 13-22).
Il ritmo pulsante della musica da discoteca metafora di un presente accelerassimo e sfuggente accompagna anche l'intero progetto "Commedia dell'Arte Contemporanea" fin da "Intervista a Bi, curatore di Italo-disco-70 al Palazzone".
Il critico Bi risponde "E se parlo di groove mi viene da ballare, già scodinzolo, mi si muove la coda, vorrei fare un can-can" e "Funziona per far ballare la pista", "come tutti gli italo-disco-emigranti".
Dal pezzo "Conferenza": "... smercio le mie opere dove capita. Ai grandi raduni, ai rave-party: una pacchia. Lo sai chi sono i galleristi che preferisco? I DJ!"
Brani musicali disco contrappuntano i testi di molte scenette da me scritte.

Dialoghi, situazioni

Prima del funerale, nel "negozio lussuoso di abiti" (pag 129) "come se ci trovassimo in una di quelle gallerie d'arte moderna" (pag 129) Jep dice a Ramona che indossa un "bellissimo abito nero e sobrio": "Bello, ma proverei anche l'altro" (pag 130) e "Questo è decisamente il vestito giusto" (pag 131).
Jep: "A un funerale si va in scena" (pag 130).
Il tema della morte cinicamente accostata a una sfilata fashion è presente nel mio pezzo "Chi ha paura del Barista & Artsita?" in cui, dopo la recente scomparsa del pittore Elio Vedovo "morto fresco di giornata", "completamente morto" e "duro come uno stoccafisso" all'obitorio, tre critici simulano con tono cantilenante una specie di rito funebre e discutono sul colore della mise da indossare abbinandola alle opere del vernissage della sua mostra retrospettiva.
Tristolina: "Non potresti indossare il tailleur che avevi al Premio Furba?", inoltre la cinica X Dragon Lady boccia un'opera dell'artista Elio Vedovo perché "Stona con la gonna beige plissettata che voglio indossare al vernissage".

Jep Gambardella: "Molti pensano che un funerale, in virtù dei suoi aspetti emotivi ed emozionali, sia un evento casuale, privo di regole (...) non bisogna mai piangere. Perché non si deve rubare la scena ai parenti. Questo, non è consentito. Perché è immorale" (pag 132).
Il mio Strappalacrime 02: "Uomo tutto d'un pezzo, rigorosissimo, granitico. (...) A zonzo per i musei (...) Veste di nero, guarda sempre avanti impettito e dritto come un palo.(...) Le lacrime sono per 0.2 uno spettacolo osceno, sconcezza d'emotività esibita, plateale mancanza d'autocontrollo".

La gag del prezzo finale (pag 189) ripetuto nella la scena del chirurgo estetico "Settecento, settecento", "Sono settecento, fattura o ricevuta?" è analoga a quella scritta da me su "Italics" intitolata "Intervista a Bi", segnalata dalla rivista Exibart nel 2008: "50 euro" - "50 euro".

Ancora in "Intervista a Bi":
"Dalla mia passione per gli anni Settanta: lotta di popolo, assemblee, revolution-revolution. Io li ho visti nei film e le assicuro che sono stati una rivelazione. Allora gli italiani sapevano quello che volevano, invece oggi come oggi questo paese è un frullato che non sa di niente: tanto fumo e niente canne. Nei Settanta c’era un groove… 50 euro".
Un passaggio analogo de "La Grande Bellezza" (pag 75):
"Stefania: (...) Non hanno nessuna vocazione civile. Io, da ragazza, a Lettere occupata, grondavo vocazione civile.
Jep: Tu grondavi vocazione civile?
Stefania: Sì, perché?
Jep: Lasciamo perdere.
Stefania: Ma che ne sai tu? Negli anni Settanta tu stavi a Napoli a fare il vitellone e a scrivere il tuo unico romanzetto”.
D'altra parte la formula "intervista", fondamentale nei miei scritti, ritorna spesso nella trama dell'opera di Sorrentino.

Da "Intervista a Bi":
"Vede, quando mi sono trasferito in USA in cerca di fortuna con la valigia di cartone e i quadri di cartone come tutti gli italo-disco-emigranti, ho incontrato a Ellis Island un sacco di amici artisti. Ragazzi poveri, simpatici straccioni"
"La Grande bellezza":
Stefania: (pag 74 - 75) "Questa generazione di giovani mi fa orrore. Mantenuti per anni da questo Stato, appena scoprono di avere due neuroni, prendono e vanno a studiare in America".


Nello sketch "Chi ha paura del Barista & Artista?":
"X Dragon Lady: Già, il nome... D.S.Kos. Kos: kos'è? Il nome di un pappagallo? Un cacatua?
Tristolina: Cacamia?
X Dragon Lady: No cacamia, cacatua!"
Tristolina: Cacasua?"
Nella "Grande Bellezza" (pag 46):
"Lello: Tu sai come la chiamo Viola?
Orietta: No. Come la chiami?
Lello: "Nonfalacacca".
Orietta: Non ho capito.
Lello: La chiamo "Nonfalacacca". Nel senso che è sempre perfettina".


Dallo sketch "Bloghete-bloghete":
G.Buzz: "Un Bla-bla-bla senza capo né coda".
Jep Gambardella: “Tutto sepolto dalla coperta dell'imbarazzo dello stare al mondo. Bla. Bla. Bla”, ed anche "Prima, però, c'è stata la vita. Nascosta sotto il bla bla bla" (pag 217).

Al Pina: "Tu-tanga-men, lo spogliarellista egiziano marito della ballerina Anny Tettanta. Li ho incontrati al karaoke".
Nel film vediamo Jep che incontra in un locale Egidio e sua figlia, la stripper Ramona che “ha 42 anni e vuole fa' lo spogliarello raffinato” (pag 86).

Al Pina: "Alla nostra età si sta su a colpi di bisturi e Gerovital" (vedi scena del film con Alfio Bracco - pag 186).

G.Buzz "Tenente Al Pina, è andata dal sarto?"
Jep "No, mi chiedevo, il vestito se l'è fatto fare da Cattelani, il sarto?" (pag 30)


Dallo sketch "Conferenza":
Alejandra: "Hai il bernoccolo del centometrista?"
Jep/Grande Bellezza: "Ero uno scrittore da scatto breve. Un centometrista. Col fiato corto" (pag 109).


L'unica citazione poetica della "Commedia dell'Arte Contemporanea" riguarda gli assurdi versi che un poeta sperimentale del Gruppo 69 avrebbe dedicato a Baffutababy "Baffuta su. Baffuta giù"
Jep cita i versi pretenziosi del poeta Paf "Su con la vita, giù con la reminiscenza" (pag 47).

Romano dice a Jep: "Io ho già firmato. Ho preso 1500 euro di anticipo. Ne avevo bisogno per pagare l'affitto" (pag 45).
Dal mio "Dizionario di Kos-slang" (segnalato dalla rivista Exibart):
"Mario Picture s. Dipinto realizzato e venduto velocemente per riuscire a pagare in tempo l'affitto e altre scadenze imminenti"


Nella cena con la Santa, i nobili Colonna di Reggio si fingono gli Odescalchi.
Nel "Dizionario di Kos-slang":
“Gack dinner - raccontar balle durante una cena di lavoro".

Dadina dirige un giornale come la mia Gossy fondatrice di una rivista "che riporta i segreti incoffessabili di artisti, collezionisti e critici" e "con la sua amica Paparazza organizza movimentate serate all'insegna di pettegolezzi e maldicenze" - vedi  il cicaleccio pettegolo delle mondane serate del film.

I miei scritti e disegni risalgono ad alcuni anni fa come certifica la cospicua documentazione esistente: comunicati stampa di mostre, riviste, cataloghi, siti d'arte, il mio blog.

Segnalazione su Exibart "pagare in tempo l'affitto"

Il mio post del 2009 su Exibart dove ringrazio la redazione e presento il progetto


I testi della "Commedia dell'Arte Contemporanea" simili al film:
una mostra, sei sketch e due altri brevi testi.

- il testo definitivo di "Robert Star" (2009)
http://cri-tic-ah.blogspot.it/2009/02/robert-star-venezia.html

- il comunicato stampa della mostra "Robert Star" del 2007
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?preview=si&idelemento=42867

- sei sketch

Conferenza
http://cri-tic-ah.blogspot.it/2010/11/conferenza.html

Intervista a Nick Boomato
http://cri-tic-ah.blogspot.it/2009/08/intervista-nick-boom-ato.html

Intervista a Bi, curatore di "Italo-disco 70" al Palazzone
http://cri-tic-ah.blogspot.it/2008/12/italics-italians.html

Jep!
http://cri-tic-ah.blogspot.it/2011/04/jep-lizta-fantasma-patigiona-italiana.html

Bloghete bloghete
http://cri-tic-ah.blogspot.it/2011/10/bloghete-bloghete.html

Chi ha paura del barista & artista?
http://cri-tic-ah.blogspot.it/2009/03/scene-dalla-boh-hem.html

- due liste-dizionario

Cri-tic-ah! Critici AAAArte
http://cri-tic-ah.blogspot.it/2008/09/cri-tic-ah.html

Dizionario di Kos/slang
http://cri-tic-ah.blogspot.it/2010/05/kos-slang.html

Monday, March 27, 2023

Cristiana Collu, Giovanni Floris e il cavallo muto di Fattori


Cristiana Collu intervista il cavallo di Fattori, caricatura by DSK

>>>è un post-in-progress. Testo e correzioni in via di stesura... kapito?
 
>>>punti da sviluppare:
 
-  Il cavallo nel gambetto Rosseau. La teoria degli scacchi e la partita della teoria. Vince chi vince.
-  Sì e no.
-  La carcasse di Fattori.
-  Lei non sa chi non sono io.
-  L'accademismo altrui.
-  Grazie dei fior...

Wednesday, June 15, 2022

I pké dell'arte >>> chi ha ucciso Dorian? >>>rewind 2022

Chi è stato accoltellato da Lucio Fontana? Dorian Gray.

Come ha accoltellato Dorian il suo ritratto? Tre tagli su tela.

Chi fu pugnalata da Dorian Gray? L'Anima del dipinto.

Fontana Gray. Gemelli coltelli.

Lo studio di Lucio? Sala opera-toria.

L'ultimo dipinto di Fontana? Gray.

Cosa trovarono nella casa? Nella camera c'era un ritratto di vecchio dalla tela strappata. In salotto, un giovanotto sorridente beveva il tè.

Il delitto della camera chiusa? Tre tagli su tela.

I TAGLI: opera-azione a quadro aperto.

Titoli di Lucio Fontana: I Tagli, I Quanta, Le Nature, I Metalli, La Fine Di Dio, La Fine di Dorian.

Perché Lucio non è morto come Dorian? Si è fatto anestetizzare.

Dorian Fontana, Lucio Gray.

Gray Fontana, Dorian Lucio.

Xké Lucio ha accoltellato la pittura? Per estarne il cuore.

Lucio Fontana? Giulia Lama

La morte dell'arte? L'ha accoltellata Dorian.

Le fontane dell'arte? Lavinia e Lucio.

Lavinia & Lucio. Sorelle Fontana.

Tagli: perforazione dell'intelaiatura toracica.

La tela accoltellata? Sacrifici artistici.

>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>rewind

E' ineducato chiedere l'età di una Poesia.

Lo scudo di Achille? Scolpiscitelo nella testa.

La colazione di Pietroiusti? Alla Banca di Roma.

Pietroiusti? Si è mangiato tutti i risparmi.

Gemelli: Titolo e Senza Titolo.

Titoli di testa. Titoli di coda. I senza titolo di testa. I senza titolo di coda.

Sunday, September 12, 2021

Pausa cena (con Virginia Woolf + Luce Irigaray)

Tranqui2 va in pausa cena... prima di riprendere in mano pennelli e colori. Tra un boccone e l'altro c'è tempo per ritornare alle pagine della mia adorata Virginia, magari riletta sotto la lampada a luce... Irigaray.

Sunday, July 11, 2021

Mi scuso con tutto tutto tutto il team di VIAFARINI

 >>> Vorrei pubblicamente scusarmi con tutto tutto tutto il team (loro lo chiamano così) di VIAFARINI. 

Ho sbrodolato una caricatura (della Patrizia Brusarosco) inserendola in un vecchio post datato 2011 del blog. E' un dipinto (e già questo potrebbe essere un mezzo problema) con dei coloracci lontanissimi da quei toni di grigio-bigio, di bigio in campo grigio, di grigio con sfumature bigie, di grigio-fino-in-fondo-all'anima, che si vedono così tanto dalle loro parti.

Mi rendo conto che è l'opposto della divisa che una funzionaria impiegata seria, rispettabile del contemporaneo dovrebbe avere!!!! MI SCUSOOOOOOO!!!!


Mi scuso tantisssssssssssssssssssssimo con todo todo todo il team: 

Patrizia Brusarosco, direttore
Angela Vettese, presidente onoraria dal 1995
Giulio Verago, organizzazione e curatela
Mihovil Markulin, tutoring
Francesca De Zotti, comunicazione e organizzazione
Tommaso Pagani, organizzazione dell'Archivio

Mi scuso con le Collaborazioni e coprogettazioni:
Regione Lombardia (dal 1994)
Comune di Milano (dal 1995)
Provincia di Milano (dal 1997 al 2015)
Fondazione Cariplo (dal 1997)
Fondazione Banca del Monte di Lombardia (dal 2008)
Comune di Milano - Fabbrica del Vapore (dal 2008)
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali DG Arte Architettura Contemporanee e Periferie Urbane (dal 2008)
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali DG Educazione e Ricerca (dal 2016)
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Archivi Storici - Soprintendenza archivistica della Lombardia (dal 2016)

Mi scuso con le Collaborazioni con istituti di formazione del territorio:
Accademia di Belle Arti di Brera, NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, Università IUAV Venezia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università Bocconi, Politecnico di Milano, ANISA Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell'Arte, licei milanesi: Boccioni, Caravaggio, Brera, Volta, Fermi, Manzoni, San Carlo.

Mi scuso con le Collaborazioni con istituti di formazione e residenze internazionali:
Rijksakademie van beeldende kunsten, Amsterdam (dal 2006)
Futura Projects, Praga (dal 2009)
Residency Unlimited, New York City (dal 2014)
Le Centquatre, Parigi (2014)
PROGR, Berna (dal 2015)
Akademie Schloss Solitude, Stoccarda (dal 2016)
Cola Production - La Friche la Belle de Mai, Marsiglia (2016)
Kooshk Residency, Teheran (dal 2016)
Kunststiftung Baden-Wurttember, Stoccarda (dal 2018)
Kin ArtStudio (dal 2018)

Mi scuso con gli enti pubblici:
Comune di Milano Settore Cultura, Settore Tempo Libero, Settore Famiglia Scuola e Politiche Sociali; Provincia di Milano; Regione Lombardia; Ministero dei Beni e delle Attività Culturali; Ministero degli Affari Esteri.


Mi scuso con le istituzioni e organizzazioni artistiche:
ACACIA Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana, Milano; Accademia di Belle Arti di Brera, Milano; Accademia Carrara, Bergamo; Ambasciata del Canada, Roma; Ambasciata di Israele, Roma; Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, Roma; American Center Foundation, New York; Anisa - Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell'Arte - sezione provinciale di Milano; Architectural Foundation, San Diego (CA), ASU Arizona State University; Art Metropole, Toronto; Art Omi, New York; Artegiovane, Milano e Torino; Arts International, New York; artway of thinking, Venezia; Associazione Futuro, Roma; Attese Biennale di Ceramica nell'Arte Contemporanea, Milano; Australia Council for the Arts; Beirut, El Cairo; C.A.F. Onlus - Centro di Aiuto al bambino maltrattato e alla Famiglia in crisi; Camera di Commercio di Milano; Camera di Commercio di Torino; Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli; Centrale Fies, Dro (TN); Centro Provinciale di Formazione Professionale Franco Varaldo, Savona; Consolato dei Paesi Bassi; Chicago Artists International, Chicago; Compagnia Teatrale Senza Parole, Milano; Consorzio Swiss Cheese Marketing Italia e di Svizzera Turismo; Fiorucci Art Trust, Londra; Dena Foundation, Paris; Fondation Nestlé pour l'Art, Genève; Fondazione Antonio Ratti, Como; Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia; Fondazione Cariplo, Milano; Fondazione Querini Stampalia, Venezia; Fondazione Spinola Banna per l'Arte, Torino; Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento; Gasconade, Milano; The George Washington University, Washington D.C.; Gobierno de la Rioja, Spagna; Hangar Bicocca, Milano; HIAP Helsinki International Artist-in-residence Programme, Helsinki; Hochschule für Bildende Künste, Braunschweig; I AM: Internationa Foundation; Ijskelders Vub & Nadine, Bruxelles; Institut für Auswärtige Angelegenheiten, Wien; ISCP International Studio & Curatorial Program, New York; Istituto Europeo di Design IED, Milano; Künstlerhaus Bethanien, Berlin; Kunstverein Milano; Liceo Artistico Preziosissimo Sangue, Monza; Liceo Artistico Umberto Boccioni, Milano; Liceo Artistico Caravaggio, Milano; Liceo Artistico di Brera, Milano; MAC Museo d'Arte Contemporanea di Lissone; MAMbo Museo d’Arte Moderna, Bologna; Manifesta International Foundation; Matadero, Madrid; Mondriaan Foundation, Amsterdam; Montevideo TBA - The Netherlands Media Art Institute, Amsterdam; Museo Alessi; Museo Storico della Tecnologia SACMI; NABA Nuova Accademia di Belle Arti, Milano; Neue Galerie, Graz; Politecnico di Milano; Rijksakademie, Amsterdam; SOS Bambini; that's contemporary, Milano; Townhouse, El Cairo; Dipartimento Arti Visive dell'Università della California; Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano; Victor Pinchuk Foundation, Kiev; Wacoal Art Center Spiral Garden, Tokyo; WIELS, Bruxelles; X-initiative, New York; zerometriquadri, Milano; Zerynthia, Roma.


Mi scuso con gli istituti di cultura stranieri:
The British Council; CC
) Centro Culturale Svizzero di Milano; Goethe-Institut Mailand; ICO Incontri Culturali Olandesi, Milano; IFA Institut für Auslandsbeziehungen, Stuttgart; Istituto Austriaco di Cultura di Milano; Flemish Community, Bruxelles; Istituto Italiano di Cultura, Madrid; Istituto Svizzero di Roma; Ministerio de Educación, Cultura y Deporte, Gobierno de España; Ontario Ministry of Culture; Pro Helvetia

P.S. Quando mi passate la ricetta per le mummie impanate?

Wednesday, June 9, 2021

Ballario, lei è il portavoce dell'arte italiana?

Nicolas Ballario, caricatura by DSK

Urka Ballario! Lei è  il portavoce dell'arte italiana?

Ci bevo il caffè insieme ogni mattina

***

Giorrrgio: Ballario che fa il portavoce dell'Arte Italiana mi fa un po' come...

Xoxo: ... come quelli che vedono gli UFO nei quadri del Cinquecento


***

Giorrrgio: N.B. parla a nome dell'Arte Italiana... è suo parente? 

Xoxo: Sono gemelli nati in sala parto degli Uffizi?

***

Giorrrgio: Ma anche la Polveroni lo fa. 

Xoxo: Era un parto plurigemellare?


Monday, December 21, 2020

Per una riforma delle istituzioni d'arte italiane


>>> testo e correzioni in via di stesura, in aggiornamento

Le mie proposte per una riforma delle istituzioni italiane d'arte contemporanea sono in un'ottica di anti-lobbismo, che sia al contempo tutela della posizione e dignità professionale degli artisti. 

È necessario impedire che si usino le istituzioni d'arte per attacchi personali agli artisti, per creare dinamiche di boicottaggio professionale, propagandare liste elettorali e la strumentalizzazione politica dell'arte, pubblicizzare premi e riconoscimenti dati a chi la dirige con i conseguenti baratti "noi ti premiamo - tu pubblicizzi noi che ti premiamo tramite il museo"; è necessario impedire il costituirsi di gruppi d'influenza che abbiano lo scopo di "promuovere" liste precostituite di nomi, organizzazioni trasversali che ne condizionino la programmazione in direzione lobbistica. 

Un'istituzione pubblica deve dare al pubblico un'informazione corretta e ad ampio spettro sulla produzione artistica contemporanea, restituendo agli artisti quel ruolo sociale che gli appartiene, anche decisionale; inoltre, va ripristinato un ancoraggio forte con la realtà del territorio e la comunità degli artisti, al fine di evitare quegli eccessi di sterili protagonismi che spingono per canalizzare le risorse unicamente a volano della carriera internazionale delle gerarchie di potere. Si potrebbero ipotizzare formule nuove come una co-conduzione artista-critico, con un artista a incarico temporaneo in rotazione a una rosa di nomi, figure con approcci teorici differenti, favorendo una dialettica interna e spezzando le derive di pensiero unico che verifichiamo così di frequente. Penso debba cambiare anche l'informazione su di esse, mettendo la parola fine a quegli articoli dove un "museo" sia la casa ben arredata di un vip dalla faccia sorridente: si devono vedere opere e artisti. Verifichiamo troppa retorica e troppa attenzione  anche al contenitore, alla scatola, al progetto dell'architetto X o Y...

Se è giusto che i curatori, i direttori scelgano le opere che ritiengono maggiormente significative, deve tuttavia essergli impedito di bollare la produzione contemporanea e le poetiche lontane dai loro parametri di gusto quale "non arte", diffondendo pregiudizio, disprezzo verso gli artisti...

 >>> testo e correzioni in via di stesura, in aggiornamento

Tuesday, December 15, 2020

Cos'è il mass-élite?

>>>post-in-progress testo e correzioni in via di stesura

Punti da sviluppare:

- la notizia guscio - intelaiatura 

- masscult + élite

- articolo di L.B.

- sotto-divulgazione 

- articolo di A.D. E la regina dell'arte la lasciamo in Germania

- gli addetti ai lavori

- Estrema élite. Mainsteam estremo. Un confine sottile. Grandi distanze, confini sottili

- il contropubblico

Saturday, August 22, 2020

Tommaso Labranca, Claudio Giunta e la mostra MTV ANATOMY


Edito da Il Mulino, un omaggio a Tommaso Labranca: Le alternative non esistono, autore Claudio Giunta.
Mi piace ricordare che, nel 2004, Labranca volle con entusiasmo partecipare alla mostra MTV - ANATOMY con un testo. Lo potete trovare ancora interamente nel comunicato stampa...

https://www.exibart.com/evento-arte/mtv-anatomy/



La Cunsta risponde a Pierluigi Panza

 

La Cunsta, Consulta Universitaria Nazionale per la Storia dell'Arte, risponde alla lettera di Pierluigi Panza pubblicata da Il Giornale dell'Arte - agosto 2020 - sul caso bocciatura Vettese. La replica esprime indignazione per il tono denigratorio dell'affondo di Panza, sottolineando come: "procedendo su questa china, promuovendo cioè i comunicatori a scapito dei ricercatori, rischiamo davvero di mandare in cattedra chi non hai mai scritto un saggio, e ritrovarci conduttori televisivi a fare i direttori di Dipartimento. E proprio a questo temiamo che miri l’intervento di Panza: a delegittimare il ricercatore per legittimare chiunque altro".

https://cunsta.it/articoli-news-cunsta/12-gli-eventi-segnalati-da-cunsta/367-in-risposta-al-giornale-dell-arte-di-agosto-2020.html

E, aggiungerei, per favorire alcuni curatori che non rischiano nei loro progetti alcuna ipotesi innovativa che esuli da una giostra di mostre personali. L'intervento riflette la medesima tesi del mio precedente intervento sulla vicenda: "si vuole disinnescare quel filtro che preserva la ricerca e lo studio dalle spinte di un'attualità contaminata da manipolazioni selvagge, inquinando anche la sfera accademica con il veleno delle volgari approssimazioni sia teoriche che terminologiche, le strategie studiate a tavolino dalle lobby". Leggetelo qui:

http://tranqui2.blogspot.com/2020/06/angela-vettese-una-bocciatura.html

 Ci troviamo in un momento che richiede un atto di pragmatismo, siamo dinnanzi a fenomeni nuovi, registriamo una sete di accentramento di potere, controllo e visibilità bulimiche, senza freni. Credo sia un errore lasciare a tali figure e al loro uso spregiudicato dei dispositivi di comunicazione campo libero. La "becera delegittimazione" lamentata dal Cunsta, riferita alla "formazione e della ricerca universitaria: tanto virulenta quanto agitata da triti e inconsistenti luoghi comuni propri di quel dileggio della conoscenza e della competenza da tempo praticato da ampi settori della nostra classe politica come dell’opinione pubblica" è prassi riservata anche agli artisti, verso i quali alcune lobby di curatori (con istituzioni chiave della scena contemporanea) alimentano pregiudizi. C'è da svolgere un puntuale lavoro analitico su un linguaggio giornalistico di terminologia spostata, di rozze approssimazioni teoriche; linguaggio che omette e promuove, che manipola l'opinione pubblica blandendola con i più triti stereotipi.

Alcuni punti da sviluppare. 

Terminologia spostata e approssimazioni teoriche: dal giornalismo d'arte alla curatela.

Le lobby occulte dell'arte e come condizionano la cultura italiana.

La nuova "arte di stato". Archivi, premi,  webpage di advertising, Italian Council, la promozione istituzionale degli artisti: quali parametri di selezione?

Il caso Italian Area - Museo Senza Centro: chi "promuove" chi?

Sunday, June 14, 2020

Angela Vettese bocciata, un atto corretto. Malgrado Nicolas Ballario, Pierluigi Panza e gli altri...


>>>caricatura by DSK

La nomina a professore ordinario di Angela Vettese è stata bocciata per la terza volta con motivazioni correttamente argomentate, in quanto non meritevole perché non presenta articoli di fascia A nell'Arte, superficialità e tendenza divulgativa, mancata maturità metodologica. 
Non possiede elevata maturità artistica e appare troppo sbilanciata sul piano delle curatele di mostre e personali di artisti e sulla divulgazione scientifica. 

Il giudizio, ancorché negativo, risulta oltremodo benevolo, tralascia gli aspetti più sconcertanti della figura in questione: la dichiarata strumentalizzazione ideologica dei fenomeni, il conflitto d'interessi conseguente al suo ruolo nel database "Italian Area" (lista di artisti che per anni sono stati "promossi" nelle istituzioni d'arte italiane), gli articoli e saggi in cui lo scrittore Gore Vidal viene etichettato regista, Alberto Arbasino un provinciale ridanciano, i bizzarri spostamenti terminologici e la prospettiva antistorica sono una costante, gli "alzi la mano chi non si è annoiato nei musei di arte antica" si sprecano, il superficiale sensazionalismo giornalistico e la ricerca dell'iperbole vengono utilizzati in funzione dimostrativa come per uno dei suoi artisti preferiti, il performer che defeca in pubblico e si fotografa accoppiato con i cani, presentato quale contributo artistico metafora della sottomissione alle culture dominanti (perfettamente esemplificativo di quell'estetica dello squallore di cui è sostenitrice).

Va detto che Tranqui2 è stato tra i primi a segnalare le tante incongruenze di testi dalle tesi irricevibili anche in un'ottica di semplice giornalismo d'arte divulgativo, quando una schiera di penne compiacenti le attribuiva grandi meriti, al contempo bollando me quale artista inutilmente polemico. Finalmente è arrivata una conferma autorevole alle mie osservazioni, checché ne pensi Riccardo Caldura.

Sono, invece, piuttosto scettico sulla durata di questo vero e proprio atto di giustizia, c'è da chiedersi se le coraggiose e meritevoli commissioni potranno resistere alle pressioni dirette e indirette di un blocco di potere consolidatissimo che allinea, nella stessa posizione conformista, la stampa specializzata, alcuni "colleghi" dell'università, i "no profit" in carriera, certa informazione, istituzioni, fondazioni, premi e quant'altro, marchi della moda inclusi.
Già ora sentiamo lo scomposto strillare di chi, evidentemente, considera risolvibili alcuni sottili snodi teorici propri della disciplina in questione con gli appelli in piazza (si parla di una denuncia al Ministro dell'Università Gaetano Manfredi). Li vediamo additare come sistema obsoleto e insostenibile la scrupolosità accademica che premia il rigore.

L'effetto-piazza? "Meglio mandare i figli all'estero", "La star delle curatrici bocciata", "Una gaffe imbarazzante"... slogan di fantasia poco inerenti al nucleo della questione: le evidenti assurdità presenti nei testi critici dell'autrice. Forse, con un'apparenza di paradosso, si dovrà dire che i commenti delle news sono la risolutiva conferma di quanto rilevato dalla commissione. Il giornalismo scrive sulla cosa piuttosto che analizzare la cosa; il pressappochismo delle varie "guide dell'arte contemporanea" accomuna un intero settore dove risulta assai facile bluffare. Pur di spingere un nome tra i tanti, si vuole disinnescare quel filtro che preserva la ricerca e lo studio dalle spinte di un'attualità contaminata da manipolazioni selvagge, inquinando anche la sfera accademica con il veleno delle volgari approssimazioni sia teoriche che terminologiche, le strategie studiate a tavolino dalle lobby dell'arte contemporanea.

I tre no appaiono un implicito invito a non confondere piani molto distanti, averne data eco nella piazza delle news non fa altro che aggravarne la portata.
Un'ulteriore conferma ce la suggerisce Nicolas Ballario - "Una gaffe imbarazzante" - Il Giornale dell'Arte.
Dire presidente o curatore di questo o quello, dire Parkett, Giornale dell'Arte, Domus, Sole 24 Ore, sigle sinonimi di prestigio ma anche, per l'appunto, di conformismo, non significa affermare certezze assodate. Esistono passaggi successivi di verifica, passaggi che possono riservare molte sorprese.

Nell'intervista di Pierluigi Panza - Corriere della Sera, Vettese ammonisce "Ci proverò nel biennio 2020-2022". In quell'occasione la piazza sarà nuovamente mobilitata?

Auspico davvero che le commissioni non si facciano intimidire da tale cancan e l'inqualificabile strategia denigratoria, letale e senza appello quando rivolta contro noi artisti, trovi questa volta un argine contenitivo. 

La sovraesposizione mediatica

Del resto, la vicenda va inserita in un quadro più ampio, conseguente all'espandersi, negli ultimi decenni, del circuito del contemporaneo in una rete d'incarichi, poltrone e occasioni di carriera prima, e nella divulgazione in ambito mainstream poi. 
I presidenti, i direttori, i curatori, i giornalisti hanno trovato sovraesposizione mediatica in un corridoio preferenziale che dai loro ruoli, già amplificati dalla stampa specializzata, arriva direttamente all'informazione generalista e alle news, ai canali tematici televisivi ecc...
Non si contano le interviste a scadenza settimanale (prive di contraddittorio), i servizi fotografici dei vernissage mondani, i panegirici adulatori, i risibili gossip sui girotondi d'incarichi.
Per ognuno di loro, dopo anni di sovraesposizione mediatica nelle news, scatta una sorta di promozione sul campo per cui, d'improvviso, sentiamo parlare di "celebre critico", "autore della resurrezione del museo", "la star", la curatrice "famosa in tutto il mondo", il "direttore dell'anno", meriti dei quali risulta difficilissimo trovare riscontri oggettivi al di fuori della cerchia del giornalismo che ragiona con il "noi".
Quando, per qualche elemento di pluralismo esterno a quei circuiti, la cortina fumogena si dirada, appare una realtà assai diversa, alquanto chiusa e autoreferenziale.
Non sono quindi le idee innovative a fare notizia, non è il pluralismo di voci molteplici che concorre ad attribuire valore, conta di più la sovraesposizione mediatica  con le sue regole che sono e restano giornalistiche. Avviene che nello svolgersi di una deleteria convenzione che, nel palcoscenico dei media, promuove alcuni esplosi personalismi per gli incarichi che occupano, venga tralasciata alcuna verifica sulla loro approccio teorico, l'habitus che lo sostanzia. 

Be', per essere precisi, quando Ballario scrive "Le pagine che ospitano questa lettera non sono solite usare questo tono, ma questa ingiusta decisione suona come un no, sonoro e oltraggioso, a tutta l’arte contemporanea, è un’umiliazione di un intero settore e non solo la mortificazione della professoressa Vettese", "castigata perché riesce a vendere i suoi libri meglio di quasi tutti i suoi colleghi", ci troviamo esattamente sotto l'ospitale portone che dal corridoio preferenziale immette alla piazza grande delle news. Non è certo il luogo dove fare distinguo e attardarsi in inutili sofismi; Vettese è una della piazza delle news, quindi deve essere promossa (secondo Ballario, Panza e gli altri). Su un punto bisogna convenire con Ballario. La bocciatura potrebbe essere interpretata come indirizzata a quel milieu che, con l'ennesima auto-premiazione sul campo, si definisce arte contemporanea italiana. Attenti, sembra dire la commissione, l'arte italiana va cercata altrove.

Tecniche manipolatorie comuni anche in Adriana Polveroni: "Angela Vettese la conosciamo e l'apprezziamo tutti". Appunto. Possibile che quei tutti non si siano accorti di tante e tante approssimazioni? Come Ballario, sottintende tra le righe che criticare "loro", equivalga a contestare l'arte contemporanea italiana tout court, della quale si sentono, non si sa a che titolo, dei portavoce, con una presunzione patologica non riscontrabile in alcun altro ambito della cultura. L'ennesimo bluff.

Polveroni si spinge oltre, con un'acrobatica giravolta ipotizza un parallelismo tra la bocciatura e "indifferenza verso l’arte e, direi, più o meno tutta la cultura" in Italia. Trucchi di chi strumentalizza a proprio favore i problemi reali di un intero Paese, uno di quei classici articoli in cui contano solo gli argomenti omessi, gretto e ottuso nel classificare un contributo esterno alla "corsia preferenziale giornalistica" quale dato di malcostume. 

"È un

.
"È un

.

Quindi, ben oltre il "caso bocciatura", possiamo osservare come si vorrebbe che quel corridoio interposto tra giornalismo d'arte e sovraesposizione mediatica esaurisse in sé tutte le posizioni, esautorando sapere accademico, comunità degli artisti, mercato e gallerie, controcultura, subcultura, underground, ricerca teorica.
Si vorrebbe attribuire legittimità accademica a un linguaggio di categorie stereotipate e terminologia incorretta, la loro "koinè", unicamente in virtù della visibilità mediatica che detiene, tuttavia privo di una solida giustificazione teorica.

La psicologia dell'alveare

Il fine ultimo? Quel punto di non ritorno (il preoccupante, corrivo conformismo quasi da tabloid dei commenti sulla vicenda già lo anticipa) in cui risulti professionalmente sconveniente l'esclusione da un blocco unico che non prevede alterità. Chi vi appartiene o vi entra in relazione può esclusivamente apportarvi consenso, approvazione; se dissente o critica sarà giocoforza oggetto di diffamazione, dileggio e censura (pertanto indotto all'autocensura), escluso da quel "noi" che tradotto suona un "se non sei con noi non esisti": la psicologia dell'alveare.

Loro muovono anche il motore dell'omissione e/o della pubblica gogna, loro possono costruire carriere e distruggerle con uno schioccare di dita.

Inoltre il fatto che alcune testate, tra cui Corriere, Giornale dell'Arte ed Exibart, si siano apertamente schierate denota chiaramente uno scontro tra poteri, l'intento della "corsia preferenziale giornalistica" di colonizzare ogni resistenza alla loro influenza. Con loro non ci sarà da discutere di bocciature; sarà sufficiente una telefonata per chiudere la partita. Inammissibile una dialettica di posizioni a confronto in quanto le due posizioni previste sono l'ideologicamente conforme e l'ideologicamente divergente. Una falsa sottomissione dell'estetica all'etica, l'eclissamento della verità artistica. 

L'atteggiamento sprezzante-denigratorio riservato a soggetti indipendenti costituisce parte fondante della loro faziosità nel pensarsi e pensare. Sì, facile affermare Tranqui2 l'aveva previsto, eppure mi era apparso fin da subito chiaro che la prassi della prospettiva antistorica e del paradigma negativo (con i conseguenti spostamenti terminologici) che fa da fulcro d'appoggio alla prosa critica di tanto contemporaneo circense sarebbe prima o poi entrata in aperto conflitto con la metodologia degli storici dell'arte, adottando convenientemente il becero lessico news, di chi "conta e chi no", in nome delle "attualità", su "chi studia l’antico con metodi tradizionali", ancora con la consueta accezione spostata di "tradizionale" propria della loro koiné. Il rappresentarsi vittime di quell'ultimo ambito professionale parzialmente indipendente dal loro strapotere resta l'ennesimo equilibrismo manipolatorio dei baroni dell'arte contemporanea, consapevoli di colpire pubblici ufficiali tenuti a rispettare la consegna del silenzio.

"Volumi di storia dell'arte tendenzialmente divulgativi, ma non tutti ovviamente". Guglielmo Gigliotti sugli scritti dell'autrice. 

Indeterminatezza di scritti che giocano sul tavolo (e i dispositivi) della divulgazione una partita che divulgativa non è.

Di fatto la contestazione diretta alla commissione è esito, per argomenti e toni, di consuetudini che attestano l'aggressività, la protervia delle lobby italiane dell'arte, la loro avversione per gli aspetti non middlebrow, estranei alla scontata medietà divulgativo-giornalistica dei colletti bianchi. Quindi, se da un lato li vediamo ignorare taluni sviluppi pop del linguaggio visivo, dall'altro negano valore, come il caso dimostra, a nuove ipotesi teoriche, alla ricerca accademica, secondo Vettese "un mondo che crede di essere più importante di quello che è, ora conta poco. È abbarbicato a pseudo certezze". 

Perché ci appaiono posizioni, attitudini cosi distanti tra loro? Pesa una chiusura di alcuni ristretti circuiti del contemporaneo, adusi a coltivare atteggiamenti di sfida e polemici verso ogni altra materia e contesti esterni, estranei financo all'autentica critica militante che comunque condivideva con l'artista un percorso anche di vita, esistenziale, azzardava e sistematezzava ipotesi teoriche, mentre l'attuale enfasi attribuita al ruolo del curatore sottintende, prevalentemente, sviluppi per nuclei tematici all'interno di prassi teoriche già acquisite. Chi, come Ballario, presenta codesti "giri" come coincidenti con l'arte contemporanea italiana, opera l'ennesima rozza semplificazione condotta, con l'alibi della divulgazione, sulle pagine della stampa generalista; l'ipotetica utenza di "disinformati" a cui è diretta gli consente di tarare al minimo imparzialità e metodo, resituiendo a un certo pubblico esattamente i pregiudizi che si vuole sentir dire.

Ritenendosi corifei di una verità incontestabile, sorretta dall'alibi del conformismo "internazionale", partecipano ad aree di pensiero omogenee alla propria; cerchio chiuso, piedistallo (ben rappresentato dal throning di CCB) da cui stroncano con dubbi demolitivi ogni altra ipotesi non allineata. È consuetudine, nella cerchia di curatori e contemporaneisti, soprassedere su tante criticità teoriche irrisolte, censurando e ignorando chiunque le sollevi, nondimeno, anche poco al di fuori di quel perimetro chiuso, esse riemergono quali questioni irrecusabili. Percorsi intellettuali decennali costruiti su tali linee non possono prima o poi non condurre a un conflitto aperto. E quando le strategie, dal lobbismo alla promozione giornalistica, dalla strumentalizzazione politica alla giostra degli amici falliscono, scatta un calcolato vittimismo ricattatorio sui mali dell'Italia da pelle d'oca, tanto sprezzante da infangare uno bei beni più preziosi del Paese: l'autentico amore delle italiane e degli italiani per la cultura.

Non c'è da sottovalutare la pericolosità di tali figure: fintanto che restano relegate in alcuni circuiti tutto sommato circoscritti (in cui si legittimano tra loro e nel contempo distruggono la reputazione degli altri screditandoli fino all'ostracismo, esattamente come alcune sette), a pagarne lo scotto sono, prevalentemente, gli artisti e il pubblico dell'arte, ma quando cercano d'imporre il loro fanatismo di pensiero unico all'esterno di essi, rappresentano un rischio di "desertificazione ideologica" per la cultura italiana. 

Segnatamente, riceviamo la conferma di quanto sia importante che l'università mantenga un'autonomia dai condizionamenti diretti e indiretti delle lobby del contemporaneo; chi altri, in una fase di concentrazione di poteri come l'attuale, potrebbe permettersi un giudizio altrettanto anticonformista?

>>>la contesa riappare ciclicamente, con le note modalità: il tentativo di convalidare una koinè interna a un circuito traghettandola all'esterno, grazie a scorciatoie giornalistiche, divulgative e tematiche, attinenti al mainstream, aggirando, eludendo le necessarie verifiche teoriche.

>>>l'equivoco risiede nell'aver conferito a dei divulgatori tematici (con i loro gravami d'ideologia e di adialetticità) il rango di teorici.

>>>post in progress, testo e correzioni in via di stesura




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È

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>>>Angela Vettese, Nicolas Ballario, Pierluigi Panza, caricatura DSK

Caricature of Nicolas Ballario

Sunday, May 17, 2020

>>>the circus al Castello di Rivoli



Gli artisti han salvato il mondo.
Intendo i 5 che piacciono a me.
Tutti gli altri schifo.

 

D: Scusi Carolyn Christov Bakargiev, ma Viliani non è quello con il virus della strumentalizzazione degli artisti?
 R: A Rivoli siamo già più infetti di una RSA!
 

Al mercato di Rialto.
D: Bakargiev, cossa xe sto pesse morto?
R: Dagli occhi sembrerebbe un Leonardo da Vinci.

>>>vignette satiriche testo + disegni by DSK