Wednesday, April 24, 2019

Museo Madre - area parcheggio area pandeggio


>>>Andrea Viliani >>>Museo Madre  >>>area parcheggio - area pandeggio


Viliani: "Condivido che l'arte dovrebbe essere più implicata dalla politica e più strumentalizzata dalla politica, effettivamente, perché vorrebbe dire che la politica riconosce all'arte quel ruolo simbolico straordinario che ha sempre avuto".

Informa il dizionario: Strumentalizzare. Servirsi di una persona o di una cosa o anche di un fatto o di un evento solamente come mezzo per perseguire un proprio fine non dichiarato ed estraneo alla natura propria di ciò di cui ci si serve.


Dichiarazioni sconcertanti condite da gesti-caricatura da panda arrampicato sui nomi che contano; dichiarazioni per le quali Viliani sembra non sia tenuto a darci un chiarimento...

Il mio commento a un articolo de Il Mattino di Napoli :
>>>l'articolo non evidenzia le criticità. Non si capisce che perdita possa essere per Napoli un direttore per il quale l'arte deve essere "strumentalizzata" dalla politica. Da un intervento di Viliani: "condivido che l'arte dovrebbe essere più implicata dalla politica e più strumentalizzata dalla politica, effettivamente, perché vorrebbe dire che la politica riconosce all'arte quel ruolo simbolico straordinario che ha sempre avuto". E' vero che in quell'inferno di lobbismo che sono le istituzioni italiane d'arte non ci si stupisce più di nulla, ma suggerisco più cautela nel magnificare meriti che andrebbero valutati con meno faciloneria. Già lo sappiamo: istituzioni pubbliche d'arte utilizzate per strategie reazionarie. Incubatori delle peggiori derive arte/ideologia del Novecento. Chi tutela, al Museo Madre, i diritti, il punto di vista, la dignità professionale e morale di chi l'arte la fa davvero: gli artisti? Gli artisti vengono selezionati dal Museo Madre non per la qualità intrinseca delle opere ma per la presenza in esse di elementi passibili di una calcolata strumentalizzazione? Teniamo conto che Andrea Viliani ha collaborato con la Bakargiev, figura appartenente al circolo di critici d'arte contemporanea passati per le pagine del Sole 24 Ore, circolo assai coeso ed organizzato da fitti rapporti, il cui scopo è cristallizzare l'arte italiana ad una eterna ripetizione dell'Arte Povera e suoi derivati (e alle sperimentazioni del secondo Novecento) con punte di neo-zdanovismo molto aggressivo come la signora V. Le lodi che Viliani attribuisce alla V. e al suo sfacciato neo-zdanovismo vanno lette come un omaggio reverenziale diretto al gruppo di potere (economico) che ha dietro, quello che ha cercato di attuare il disgustoso progetto di far coincidere la loro lobby con l'arte italiana e alla sua influenza che non ci risparmia nemmeno una scuderia di mariti e protegé men che mediocri.
 

Non troverete una sola riga di critica su personaggi quali il Viliani, malgrado la loro preoccupante visione neo-zdanovista del rapporto artisti/potere. Perché?