Thursday, December 21, 2017

LUCA VISMARA ANCH'IO (con o senza Rudy Zerbi?)


Rudy Zerbi + Luca Vismara
Luca Vismara anch'io. Sì, perché che sia AMICI 2017 - 2018, BIENNALE D'ARTE, Premio dei Premi o Talent dei Talent, la questione non cambia poi tanto quando c'è di mezzo il rispetto per noi artisti.
Il cantante, durante la trasmissione televisiva AMICI 2017, ha evidenziato i numerosi errori di valutazione commessi da Rudy Zerbi nel giudicare altri partecipanti al talent. Quando dalla posizione d'insegnante-critico si colpisce con una stroncatura  un artista-allievo che per arrivare dov'è ha già superato casting e audizioni non si può di certo aspettarsi sempre in risposta il piagnucolamento sottomesso "una lacrima sul viso". Il mondo musicale di Luca evidentemente prende a modello certe operazioni discografiche revival del Nord Europa che citano l'Italo Disco '80 (di Italo Disco il blog Tranqui2 ne sa qualcosa...). Zerbi non le conosce o non le apprezza, ma ritengo giusto che dia più tempo all'allievo.
Sarà interessante, in ogni caso, verificare se Luca riuscirà a trasformare il suo mondo musicale verso quel qualcosa d'altro che il contesto gli richiede, e come.
Ma c'è chi usa il suo ruolo per giocare al gatto col topo con gli artisti come accaduto anche al sottoscritto con quella "critica d'arte" Angela Vettese che non perde occasione di disprezzare gli artisti italiani a cui deve tutto e di attaccarmi (perfino nel forum di una istituzione pubblica) perché ho espresso pubblicamente e liberamente delle opinioni.
Alè! Ogni tanto qualcuno sa rispondere a tono e questo non può fare che piacere... chapeau!


Italo Disco Luca

Monday, December 11, 2017

>>> Alessandro Michele >>>Michele Danieli >>>DSK: caso GUCCI - PITTI

 Nel blog di Michele Danieli sul caso Gucci - Pitti...

DSK ha detto:
Alessando + Michele + Michele + Danieli? >>> considerando l’ironia e la jeunesse che si respira in questo blog sarebbe stato lecito aspettarsi una lettura un po’ meno ovvia professorale dell’evento Palazzo Pitti che va visto con uno sguardo allenato alle subculture giovanili e al fashion design. Gli orrori della cultura contemporanea stanno da tutt’altra parte, nelle lobby dell’arte, nelle pretestuose iperspecializzazioni, nella mancata valorizzazione dei talenti, nei musei d’arte contemporanea usati per far politica. Quindi ben venga la collezione Gucci (con le cautele necessarie, naturalmente, e senza le luci roventi che già nello studio di qualche fotografo han fatto squagliare i quadri) che è costata quanto la moda è sempre stata pagata in ogni epoca comprese quelle “fotografate” nelle cornici a foglia oro di Pitti che ogni tanto un pochino di stile “siglo de oro” Dolce&Gabbana l’hanno pure loro. C’è un termine per capire il pensiero dietro il lavoro di Alessandro Michele – Gucci: fluidità. La fluidità del fashionista accanito le manca, caro Danieli, ma impegnandosi potrà recuperare >>>difficult not to feel a little bit disappointed

micheledanieli ha detto:
Gentilissimo,
ma si figuri se io ho qualcosa contro Alessandro Michele o contro Gucci.
Se legge bene vedrà che mi fanno un po’ impressione, ma niente di più.
Certo, “capire il pensiero dietro il lavoro di Alessandro Michele” è fuori dalla mia portata, questo lo ammetto.
E ammetto anche più di una deriva D&G nelle cornici Pitti, giustissima osservazione.
Cercherò allora di essere più chiaro: mi sembra incredibile che il direttore di uno dei più importanti Musei del mondo sia ansioso di trasformare gli Uffizi in un “marchio”, in modo da poterlo svendere a una sedicente upper class che dimostra il massimo disinteresse per gli oggetti ivi contenuti (che sono poi il motivo per il quale il Museo esiste).
Questo è il punto.
Poi ci sarebbe la questione delle nomine dei direttori, dei veri motivi eccetera.
Ma questo sarebbe davvero un discorso di poca jeunesse.
MD

Sunday, December 10, 2017

>>>Angela Vettese e l'artista esibizionista: il gusto di chi disprezza gli artisti italiani (su Arte Fiera Bologna)



>>>caricature of Vettese as Pinocchia spitting on Italian artists

>>> Forse condizionata dall'estetica dell'inautentico di cui è una delle italiche promotrici, Vettese rilascia un'ultima intervista (nel suo ruolo di direttrice ARTEFIERA) colpendo verso il basso contro il segmento più debole, gli artisti italiani.

Ogni esternazione di Lady V. va tradotta tenendo conto del suo vocabolario mentale: quando parla di "artisti italiani", lei sta pensando al circolo dei creativi suoi protegé e, infatti, cita la B. che figura nella lista Italian Area.
In quanto al genericissimo "noi siamo classici" mai "convinti fino in fondo" (sempre riferito agli artisti italiani), anche questo punto richiede un chiarimento, soprattutto per chi non conosca i pregiudizi e i dogmatismi del suo percorso. Per i parametri di gusto di Vettese che interpretano il senso del tragico con un sensazionalismo assolutamente gratuito come in quel performer da lei magnificato (ma amatissimo anche da Chiara B.) che per realizzare metafore artistiche rilascia escrementi in pubblico, si fa fotografare accoppiato con i cani e si chiude in gabbia naked, qualsiasi operazione intellettuale non condizionata da una preoccupazione dimostrativa attraverso l'iperbole (in addizione o in sottrazione), qualsiasi opera che presenti un certo grado di raffinatezza intellettuale suggerita e non urlata non viene nemmeno presa in considerazione oppure bollata come "classica" in quanto mancante di eccessi pretestuosi e giullareschi (anche quando vorrebbe proporsi stilisticamente rigorosa). Loro, tale preoccupazione didascalico-dimostrativa, la chiamano thinking art.

Quando V. nel contesto dell'intervista cita la B******* vuole trasferire nell'interlocutore l'implicito messaggio che sia accettabile far collimare la sua scuderia di artisti con l'arte italiana tout court; quando dice "classici" riferendosi alla produzione attuale, intende in realtà spostare la nostra nozione del termine, farci credere cioè  che "essere convinti fino in fondo" sia adeguarsi al suo bad taste.

Dall'intervista di Roberta Scorranese:

È innegabile però che il discorso sull' arte abbia finito per prendere (o quasi) il sopravvento sulle opere e sugli artisti. Forse sono gli stessi creativi che convincono poco, con poetiche deboli? 

«Credo che gli artisti italiani oggi non abbiano ben capito di vivere un momento tragico. In fondo, la famiglia, anche se ammaccata, regge bene come stato sociale; la maggior parte dei giovani, pur se tra mille difficoltà, ha una casa di famiglia e può ancora contare sul sostegno dei genitori. Questo li porta a usare un linguaggio rassicurante, o nel tema o nella forma. Anche quando ci sono esperienze più dirompenti (penso per esempio a Rossella Biscotti che ha realizzato bei lavori come quello sul caso Moro), trovo sempre una componente criptica, come se non si fosse convinti fino in fondo. Diceva un vecchio adagio cinese: Dannato è chi vive un tempo interessante . E questo è un tempo molto interessante. Ma noi siamo classici. Io non amo l' arte dionisiaca, però giro il mondo e vedo esperienze molto più entusiasmanti laddove i problemi enormi (che sono ovunque, lo ripeto, anche da noi) sono percepiti come tali».


Le questioni della terminologia spostata e il metodo antistorico utilizzati da V per descrivere i fenomeni artistici sono messi a fuoco con più precisione nel post recensione del saggio "L'arte contemporanea"edito da Il Mulino.
http://tranqui2.blogspot.it/2013/03/il-saggio-groviera-larte-contemporanea.html

Sunday, July 30, 2017

La virgola di Wilde

“Ho trascorso tutta la mattina a correggere le bozze di una mia poesia, e ho tolto una virgola. Nel pomeriggio, l'ho rimessa” O. Wilde


La virgola che Wilde ha tolto tra "nascere rinascere",

poi l'ha rimessa tra "nascere, rinascere".

La virgola tra "scrittore, pittore"

La virgola tra "Jeanne, Modigliani"

tra "Vriesendorp, Koolhaas"

tra "Verlaine, Rimbaud"

tra "Savinio, De Chirico"

tra "Kahlo, Rivera".

La virgola tra "arcano, enigma"

tra "certo, dubbio"

tra "io, tutti".

La virgola tra "foglia, oro"

tra "aggettivo, sostantivo"

tra "soggetto, oggetto", tra "oggetto, soggetto"

tra "mm, km".

La virgola tra "Eva, Adamo"

Quella che c'è tra "amici, amanti"

tra "nemici, amanti".

Quella che c'è tra "fuori, dentro"

tra "prima, dopo"

tra "inspirare, espirare".

La virgola tra "fratelli, van Gogh".

La virgola tra "fotografo, artista".

La virgola tra "Alfa, Omega".

La virgola tra "post, modernism".

La virgola tra "grande, architetto".

Quella che c'è tra "male, maluccio"

tra "benedetti, maledetti".

Quella che c'è tra "quindi, dunque".

Quella che c'è tra "così, è".

Quella che c'è tra "Wilde, C.3.3."

La virgola tra "Sebastian Melmoth, C.3.3."

Wednesday, May 3, 2017

Sunday, April 30, 2017

Beatrice Merz è è è è è è è è... figlia-di-mario-e-marisa-merz - lo strange CV

>>>andate a dare un'occhiata al sito sito della Fondazione Merz. Da quanto è scritto Beatrice Merz non è più sotto la label figlia-di-Mario-e Marisa-Merz = figlia di Mario e Marisa Merz! Def'ezzere succezzo un qualkoza! Sono preokkupatizzimo!


Ecco qui il precedente curriculum da me anche fotografato in cui ci viene spiegato (nel sito dell'omonima fondazione) che Beatrice è senza ombra di dubbio figlia-di-Mario-e-Marisa-Merz:
Beatrice Merz, figlia di Mario e Marisa Merz, è nata in Svizzera il 5 agosto 1960. Vive e lavora a Torino. Accanto a esperienze curatoriali (due retrospettive, una dedicata a Gilberto Zorio e l’altra a Giovanni Anselmo, una mostra sull’Arte Povera a Oslo e alcune rassegne di giovani artisti), l’attività principale è stata sempre quella editoriale. Ha fondato nel 1986, e tuttora dirige, la casa editrice hopefulmonster specializzata in libri e cataloghi d’arte contemporanea. Nel 2005 inaugura la Fondazione Merzun progetto fortemente voluto insieme al padre. Dal 2010 è direttore del Castello di Rivoli.