Monday, December 21, 2020

Per una riforma delle istituzioni d'arte italiane


>>> testo e correzioni in via di stesura, in aggiornamento

Le mie proposte per una riforma delle istituzioni italiane d'arte contemporanea sono in un'ottica di anti-lobbismo, che sia al contempo tutela della posizione e dignità professionale degli artisti. 

È necessario impedire che si usino le istituzioni d'arte per attacchi personali agli artisti, per creare dinamiche di boicottaggio professionale, propagandare liste elettorali e la strumentalizzazione politica dell'arte, pubblicizzare premi e riconoscimenti dati a chi la dirige con i conseguenti baratti "noi ti premiamo - tu pubblicizzi noi che ti premiamo tramite il museo"; è necessario impedire il costituirsi di gruppi d'influenza che abbiano lo scopo di "promuovere" liste precostituite di nomi, organizzazioni trasversali che ne condizionino la programmazione in direzione lobbistica. 

Un'istituzione pubblica deve dare al pubblico un'informazione corretta e ad ampio spettro sulla produzione artistica contemporanea, restituendo agli artisti quel ruolo sociale che gli appartiene, anche decisionale; inoltre, va ripristinato un ancoraggio forte con la realtà del territorio e la comunità degli artisti, al fine di evitare quegli eccessi di sterili protagonismi che spingono per canalizzare le risorse unicamente a volano della carriera internazionale delle gerarchie di potere. Si potrebbero ipotizzare formule nuove come una co-conduzione artista-critico, con un artista a incarico temporaneo in rotazione a una rosa di nomi, figure con approcci teorici differenti, favorendo una dialettica interna e spezzando le derive di pensiero unico che verifichiamo così di frequente. Penso debba cambiare anche l'informazione su di esse, mettendo la parola fine a quegli articoli dove un "museo" sia la casa ben arredata di un vip dalla faccia sorridente: si devono vedere opere e artisti. Verifichiamo troppa retorica e troppa attenzione  anche al contenitore, alla scatola, al progetto dell'architetto X o Y...

Se è giusto che i curatori, i direttori scelgano le opere che ritiengono maggiormente significative, deve tuttavia essergli impedito di bollare la produzione contemporanea e le poetiche lontane dai loro parametri di gusto quale "non arte", diffondendo pregiudizio, disprezzo verso gli artisti...

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